Gli abusi di Flash

Per motivi legati all’usabilità e all’accessibilità è consigliabile limitare
l’uso dei moduli multimediali in Flash ai soli casi in cui essi possano
costituire un reale valore aggiunto
per il sito.
I casi in cui questo si verifica sono due:

  1. quando il sito si rivolge ad utenti fortemente motivati all’innovazione
    senza basarsi su una struttura informativa o di servizio complessa.
  2. quando la natura dell’informazione o dell’esperienza da trasmettere
    è principalmente visiva.

Anche in questi casi, comunque, Flash deve essere proposto come alternativa
ad una visione più accessibile
delle informazioni in HTML.

Perché tanta cautela? Perché aggiungere regole ad un mondo che ne ha
già troppe? Per diverse ragioni: innanzitutto perché Flash è una tecnologia
che richiede l’installazione di un plug-in sul browser
affinché i
file siano correttamente visualizzati. Ciò taglia automaticamente fuori
una certa percentuale di utenti. E poi perché molto spesso i file hanno
dimensioni e tempi di caricamento ragguardevoli, la stragrande maggioranza
delle volte molto più alti dell’HTML. Vari studi di usabilità dimostrano
che gli utenti non gradiscono lunghe attese davanti al monitor del
computer,
perché si annoiano e si distraggono, scegliendo altri siti.
Per lunghe attese intendiamo superiori ai 20-30 secondi.

La Macromedia, casa produttrice di Flash, ha reso il plug-in disponibile
e scaricabile
gratuitamente,
e, grazie ad un’attenta campagna marketing, è
riuscita ad ottenere che moltissimi utenti siano in grado visualizzare
il suo formato. Ciononostante non è riuscita a risolvere gravi problemi
di usabilità e accessibilità di base.
Fra i principi alla base dell’accessibilità dei siti ci sono:

  1. Rendere i contenuti disponibili a tutte le categorie di utenti (quindi
    anche a categorie svantaggiate, come ciechi e sordi).
  2. Laddove non fosse possibile il punto 1, almeno fornire strade di
    fruizione alternative.

Flash viola entrambi questi principi, assieme ad altri standard
importanti:

  1. Flash non può essere visto da una percentuale importante di utenti,
    come già detto. Oltre a quelli sprovvisti del plug-in, vanno menzionati
    gli utenti con svantaggi visivi o uditivi.
  2. Con alcune configurazioni, addirittura, l’uso di Flash può mandare
    in blocco il sistema.
  3. Il tasto back del browser, uno dei click più gettonati, viene
    reso inutile.
  4. Chi non ha il plug-in non può nemmeno avere idea di cosa si
    mostri nel filmato, sebbene la Macromedia abbia implementato l’uso del
    tag ALT, già usato in HTML per una breve descrizione delle immagini
    statiche. Ma possono poche parole descrivere adeguatamente l’esperienza
    multimediale di un filmato Flash?
  5. La navigazione nei filmati Flash è raramente conforme agli standard
    e comprensibile per gli utenti, che devono così impiegare la
    prima parte del loro tempo di fruizione per capire “come funziona”.

La Macromedia cerca ora di correre ai ripari dichiarando un miglioramento
degli standard di accessibilità di Flash
. Queste dichiarazioni sono
state purtroppo smentite dai fatti e da un ottimo
articolo di Joe Clark
, che dimostra chiaramente come l’accessibilità
dei progettisti di Flash non sia la stessa del W3C, il consorzio che regola
gli standard sul web (ne parleremo in un prossimo articolo).

Guerra aperta a Flash, allora? No, più semplicemente la reazione
ad un fraintendimento, forse alimentato dalla stessa Macromedia,
su questo prodotto. Nato come gadget per arricchire l’esperienza sensoriale
sul web, Flash ha acquistato crescente popolarità fra gli sviluppatori
e i web designer perché consentiva di dar libero sfogo alla propria vena
creativa,
aspetto sul quale l’HTML è notoriamente castrante. Dietro
questa differenza fra Flash e HTML sta però il vero motivo del contendere.
Alcuni sviluppatori si sono fatti prendere la mano dal giochino sperando
forse in cuor loro di liberarsi alla svelta dell’HTML, e si sono dimenticati
di quale fosse lo scopo primario di un sito: fornire informazioni e
servizi utili all’utente.
Può Flash svolgere questo compito? A volte,
forse. Nella maggioranza dei casi, no. I file prodotti da Flash hanno
infatti numerosi altri problemi di gestione:

  1. Non rispettano gli standard per la gestione dei link dell’HTML
  2. Non si interfacciano facilmente con le funzioni di ricerca
  3. Sono complicati da aggiornare e localizzare, a differenza dell’HTML.
  4. Un testo in Flash non può essere selezionato e copiato, nè può essere
    modificata la visualizzazione del carattere nel caso un utente abbia
    problemi di vista.

[NOTA: Quest’ultima affermazione vale solo fino al plug-in della versione
3, ovvero quello che usavo all’epoca della scrittura dell’articolo]

Fornite informazioni visive.

A differenza di HTML, Flash non è un linguaggio di mark-up, cioè
di descrizione di documenti, ma un linguaggio visivo.
Questo spiega da una parte la sua popolarità, dall’altra le critiche per
ogni suo uso improprio.

E’ adatto a rappresentare informazioni visive e a offrire esperienze
originali e creative, ancorché anomale, di interazione con l’utente. Dovrebbe
essere usato per questo: per offrire esperienze alternative, per
animare piccoli moduli di una pagina, per cartoni animati
d’intrattenimento o per informazioni di natura intrinsecamente visiva.

Facciamo un esempio. Pensiamo alle possibilità che offrirebbe Flash
per una spiegazione didattica basata sui diagrammi di flusso (informazione
di tipo visivo):
potremmo far vedere il diagramma che si forma, visualizzare
una spiegazione cliccando su una parte che interessa, ruotare, ingrandire
o rimpicciolire il diagramma per metterlo in relazione con un flusso di
lavoro più complesso… Sarebbe un’ottima alternativa visiva a
una spiegazione passo-passo in HTML o a un’immagine statica.
Fra gli altri, www.monkey.com
fornisce alternative di questo tipo, arricchendo la versione Flash del
sito con feature visive (e sonore) che migliorano la fruizione dell’informazione
quando questa è di natura visiva.

Ottimizzare!

Anche nei casi riusciti, comunque, un file Flash dovrebbe essere sempre
presentato come una scelta, e non come l’unica alternativa possibile.
Non solo: dovrebbe anche essere sempre ottimizzato: adeguare il
peso del file alla qualità dell’animazione, scegliendo i settaggi e le
tecniche di animazione più leggere per raggiungere lo stesso scopo. Una
tecnica elementare in alcuni casi può essere quella di scegliere il
frame rate (numero di fotogrammi per secondo) più basso possibile

in relazione alla fluidità necessaria all’animazione.

Sono suggerimenti dei quali non sembrano aver tenuto conto gli autori
di un filmato di presentazione
per un corso di formazione
che mi è capitato di incontrare di recente
in rete.
Cercando le informazioni su questo corso sul sito dell’ente di formazione
che lo organizza, ci si trova a dover scaricare un filmato in Flash! Nessuna
alternativa html è presentata!
Cosa tanto più sorprendente se si pensa
che le informazioni di base su un corso di formazione possono tranquillamente
essere presentate in forma scritta, anzi: di solito lo sono.

La cosa più perversa e insieme ironica di questo filmato è che il tempo
di scaricamento è insolitamente lungo se consideriamo che il modulo non
presenta quasi animazioni!
Solo un leggero tremolio di scritte e di
link verbali! Circa tre minuti di attesa per un filmato Flash di
poche pagine composto soltanto da informazioni verbali scritte e
senza alternative in html…
Inutile dire che ho terminato la mia visita senza finir di vedere
il modulo e senza ottenere alcuna informazione utile sul corso.

Perché usare Flash per presentare un semplice corso di formazione,
(informazione di natura verbale)? Non riesco a trovare una sola
risposta valida a questa domanda. Tanto più che buona parte dell’audience
potenziale di queste informazioni potrebbe essere composta da laureandi,
i quali si collegano spesso dall’università, dove l’installazione
di plug-in non è permessa…

Piuttoto che per i siti informativi, dunque, l’uso di Flash sulla rete
si presenta come un’attrattiva soprattutto per alcuni siti d’immagine,
per i quali non vi sono requisiti particolari di usabilità, in quanto
si rivolgono ad utenti motivati all’innovazione e disposti magari
a perdere del tempo in cambio di un’esperienza di fruizione estetica.
Meglio ancora se questi siti non devono interfacciarsi con grosse basi
di dati né essere aggiornati frequentemente.
In questi casi probabilmente i benefici (esclusivamente in termini d’immagine)
possono essere superiori ai costi, a patto di rispettare i criteri di
ottimizzazione e di coerenza con la natura visiva dell’informazione: in
nessun caso è preferibile un testo informativo in Flash
piuttosto
che in HTML!

Chiarezza con il cliente

Ma in generale come decidere circa l’uso o l’abuso di Flash? Tenendo
conto di tutti i fattori fin qui visti, innanzitutto. E facendo in secondo
luogo affidamento sulla professionalità e sull’onestà intellettuale
degli sviluppatori.
Sono loro che dovrebbero informare i propri clienti anche degli svantaggi,
e non solo dei vantaggi, di questo formato di animazione, evitando di
lasciarsi andare a racconti o a dimostrazioni off-line magnificanti.
Le dimostrazioni off-line hanno il difetto di non tener conto del tempo
di scaricamento, com’è ovvio. Non basta dire “be’, naturalmente ci metterà
un po’ più di così a caricarsi…” per avere la coscienza a posto. Fatele
vedere in remoto, con una normale connessione telefonica… e forse
il cliente inizierà a cambiare parere!

Le domande da porre e da porsi sono piuttosto: Flash è davvero un
valore aggiunto? Si attaglia al profilo del sito e dell’azienda? Ostacola
una categoria importante di utenti?

Non possiamo scaricare la decisione sul cliente, se non gli forniamo le
corrette informazioni per decidere. Si tratta di una prassi addirittura
banale di deontologia professionale che pare purtroppo non solo molto
lontana dall’essere praticata, ma anche dall’essere vista come una reale
necessità.