Di tanto in tanto un lettore ci scrive e ci chiede, più o meno:
L’uso del Flash per rendere vivace il sito di una Pubblica Amministrazione è consentito? Ci sono metodi (es. testo alternativo) per la descrizione del Flash?
Nessun requisito dice che non si possono usare moduli Flash. Il problema è rendere i moduli Flash accessibili.
Sebbene solo per la piattaforma Windows (che sfrutta una libreria specifica che consente ai lettori vocali di accedere, fra le altre cose, a Flash), Flash, dalla versione 8, è perfettamente in grado di interagire con i lettori vocali. Ma bisogna progettarlo a modino.
Il che significa usare (se non siete proprio esperti di ActionScript) la scheda “accessibilità” presente nel programma autore, ed etichettare (cioè scrivere i testi alternativi) tutti gli elementi che si vogliono rendere accessibili. Sul sito di Adobe si trovano vari tutorial in merito.
- Ecco come si presenta nella versione MX di Flash il pannello “accessibilità”
Esempi (imprevisti) di Flash accessibili
Durante una recente ricerca sull’accessibilità (di prossima pubblicazione online) da me condotta, uno degli utenti ciechi con cui stavamo testando i siti ci ha segnalato come perfettamente accessibile il sito in Flash (oltretutto multilingue… tutte accessibili!) dell’autrice di Harry Potter, J.K. Rowling. In effetti, potete accedere al sito con Jaws (il più usato dei lettori di schermo) e trovarvi completamente a vostro agio.
Se pensate che quello della Rowling sia solo la classica eccezione che conferma la regola, Andrew Kirkpatrick e Bob Regan, esperti di accessibilità di Flash, ne hanno messo su un elenco.
Tuttavia, durante la nostra ricerca, altri utenti ciechi ci hanno segnalato di usare… Youtube! Sì, avete capito bene: utenti ciechi usano Youtube! Be’, magari una minoranza. Però è possibile. Naturalmente su Youtube non vengono sottotitolati i video (a questo argomento dedicheremo prossimamente un articolo), ma gli utenti ciechi possono quantomeno scegliere ed azionare i video ed ascoltarne l’audio. Ed in effetti, i filmati di Youtube, realizzati con tecnologia Flash (che ha una compatibilità e una robustezza maggiori di qualunque altro formato video paragonabile) sono attivabili da tastiera, dunque anche da Jaws, scorrendo con il tasto tab fino a posizionarsi sui bottoni di play e di stop. Il problema è che questi bottoni non sono correttamente etichettati, e dunque a meno che un utente cieco non conosca già la sequenza dei bottoni nei filmati, è impossibile sapere cosa si sta azionando!
I due esempi, comunque, oltre a confermarci che anche Flash può essere accessibile, ci indicano anche che ci possono essere diversi livelli di accessibilità, o di usabilità con i lettori vocali. Un comando può essere attivabile ma non etichettato, come nell’esempio di Youtube.
Si fa presto a dire Flash
E non è difficile a questo punto immaginare che non tutti i filmati Flash possono essere resi totalmente accessibili: pensate a giochi che si servono della manipolazione diretta, impossibile da ottenere senza il mouse. Anche rendendo accessibili gli oggetti, l’utente dovrebbe usare il mouse per spostarli. Oppure bisognerebbe programmare l’uso delle frecce. Ma programmare un modo per rendere il feedback sulla posizione degli oggetti man mano che si spostano sarebbe decisamente più difficile. Come si potrebbe rendere accessibile un Tetris, per esempio? Esso si basa proprio sulla rapidità da parte del giocatore di elaborare informazioni visuo-spaziali, di prendere decisioni e di modificare l’orientamento di oggetti.
Dunque, la risposta ai lettori che ci chiedono se Flash è effettivamente utilizzabile per rendere vivace un sito pubblico, è sì, ma dipende da cosa si intende per “rendere vivace”. Il problema non è solo di accessibilità, ma anche di usabilità. Usare Flash per presentare oggetti semoventi senza particolare significato, e che allontanino la reale fruizione del contenuto (come ad esempio per le ormai quasi scomparse sigle nelle splash page) è irritante praticamente per tutti.
Vi è anche un uso di Flash più discreto (che qualcuno giudica limitativo delle possibilità del programma), ma che può essere usato con minori problemi in un sito pubblico. Un esempio ce lo offre, fra gli altri, il sito Informest, che usa un Flash in home page che presenta una animazione molto sobria, che dona però all’immagine scelta un tocco di vita, senza disturbare in alcun modo la lettura o la navigazione.
Se Flash non è supportato dal browser, non viene richiesto all’utente di scaricare il plugin, ma viene semplicemente, al suo posto, caricata un’immagine statica simile al Flash, ma senza l’animazione, grazie ad un javascript.
Dunque, è possibile usare Flash a diversi livelli, come abbiamo visto. L’abilità dell’autore deve consentire all’utente disabile di non essere discriminato, come ha previsto J.K. Rowling, o, in modo molto più elementare ma elegante, Informest.
Flash, javascript e codice valido
Un problema è semmai come inserire un modulo Flash in un sito rispettando la richiesta di codice valido.
In effetti, il javascript (che può venir usato per sostituire al volo l’oggetto Flash con un’immagine alternativa) è anche il modo migliore per associare un modulo flash ad una pagina e mantenere il codice valido. Infatti non si può usare il tag embed, in xhtml strict, ma solo object, che però non è compatibile con alcuni browser.
Per di più, una recente controversia legale di Microsoft obbliga da qualche anno Explorer ad una diversa gestione degli active X, così che è necessario cliccare una volta a vuoto su un oggetto flash prima di poterlo usare, ad esempio prima di premere su un link in esso contenuto. Usare javascript consente anche di risolvere questo problema.
Gli UFO ci salveranno
La tecnica più evoluta per l’inserimento di Flash in una pagina web in modo non invasivo e accessibile è nota con il nome di UFO. UFO è un javascript scritto da Bobby Van Der Sluis che inserisce nel DOM dei richiami (per quanto è possibile validi…) al Flash, solo se è attivo javascript e il player è installato. In quel modo non è necessario portare il focus sull’oggetto flash in Explorer per attivarlo.
UFO appartiene ad una famgilia di tecniche che vorrebbero progettare secondo i principi del Progressive enhancement, cioè del miglioramento progressivo: una tecnica avanzata viene usata (ma non imposta) solo se è supportata, altrimenti vengono predisposte delle alternative per tecnologie più “povere”.
Si ricorre cioè al principio di progettazione multipla, con aggiunte non penalizzanti, che vada a coprire le esigenze di utenti e di tecnologie di fruizione diverse.
E’ evidente che questo modo di progettare è più oneroso, e non riesce a coprire tutti i casi possibili, come ricorda anche Michele Diodati nel dedicato capitolo del suo libro.
Potete dunque vedere che gli scenari da considerare per l’accessibilità sono dunque almeno due:
- Supportare la funzionalità (o il contenuto) per chi non ha la tecnologia (js e flash), usando una soluzione in html + eventuale programmazione lato server, per coloro che o non hanno javascript, o non hanno flash
- Usare una versione in flash, ma accessibile direttamente (rendere il tutto utilizzabile in modo indipendente dal dispositivo e azionabile da tecnologia assistiva) anche per i disabili che invece ce l’hanno.
In altre parole, non è sufficiente fare un flash non accessibile e poi predisporre una alternativa in html per chi non ha flash, perché i disabili usano flash. E’ sbagliata l’eventuale idea che i disabili semplicemente disabilitino js o flash, e dunque navighino nella versione “degradata”.
Concludendo… siamo solo agli inizi
Per rispondere agli utenti che ci scrivono, dunque, sì, è possibile usare Flash per i siti pubblici. Ma, è certamente molto più semplice farlo a solo scopo estetico, come nell’esempio di Informest, che per funzionalità più avanzate (e però anche più utili). Non è impossibile, però. E attendiamo, promettendo pronta segnalazione e plauso pubblico, il primo sito di una PA che riesca a coniugare una funzionalità in Flash evoluta, accessibile, e con alternative presenti anche in html.
Magari una funzione per pagare online le tasse, atto che così diventerà davvero bellissimo… Be’, visto che pagarle dobbiamo comunque, perché non provare?