Aggiornamento della pagina sulla Legge Stanca

Dopo molto tempo, aggiorno oggi la paginetta di riepilogo con domande e risposte sulla Legge Stanca (che è una delle pagine più visitate dell’intero sito) con un’importante correzione.

Dopo attente discussioni e riflessioni con alcuni appassionati osservatori della Legge, sono giunto a concordare con alcuni di essi che la Legge non preveda alcuna verifica del rispetto dei requisiti tecnici. Figuriamoci di quelli soggettivi.

Sebbene il Cnipa sia nominato nella Legge e dal Regolamento Attuativo come uno dei soggetti (su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri) che devono compiere la verifica (e limitatamente alle amministrazioni centrali: per le regionali, dovrebbero farlo gli uffici regionali del Cnipa, che però a quanto ne so non esistono), ad una lettura attenta ci si accorge che il Cnipa deve vigilare, sì, ma sul mantenimento dei requisiti, non sul loro rispetto. Solo che se nessuno a monte verifica il rispetto, non esiste nemmeno possibilità di verificare il mantenimento!

Ed ecco come, con semplice meccanismo linguistico, la legge elimina dal gioco ogni valutazione del rispetto dei requisiti. Dunque, dell’efficacia del provvedimento.

Per quanto personalmente ritenga – per farla molto breve – che la legge non sia una buona legge, avere una legge è pur sempre meglio di niente: almeno è un punto di partenza. Tuttavia l’assenza di ogni – anche teorico – meccanismo di valutazione – la rende totalmente inefficace.

Non solo perché non vi è deterrente reale (tranne la denuncia di qualcuno al Cnipa, questa sì, possibile), ma perché nessuno ha il compito di tenere un elenco dei siti effettivamente conformi, e dunque, nel più lungo periodo, di avere dei dati statistici sull’impatto reale della legge sulla Pubblica Amministrazione.

Il discorso si inserisce in una critica più generale alla totale carenza di procedure di valutazione nella gran parte delle politiche pubbliche italiane. L’assenza della possibilità di valutare ha un impatto non solo sulla legge attuale, ma anche sulle possibili leggi future. Se non si sa com‘è andata questa, e quali sono i suoi punti deboli, come è possibile ideare o proporre una nuova versione, dei correttivi, delle modifiche? Come è possibile comparare l’efficacia di un’azione con un’altra?

Non solo nel campo del web design, dunque, le procedure di valutazione e di test sono poco praticate. Lo sono anche nel campo delle politiche pubbliche. Potevamo attenderci un cambio di rotta proprio nelle politiche pubbliche che riguardano il web design?…