Home » Blog » Cosa fanno gli utenti ai tempi di tablet e smartphone?
24/10/2012
[di Maurizio Boscarol]
Con il moltiplicarsi di dispositivi connessi a internet, come smartphone, tablet e pc, cambia il nostro modo di consumare i contenuti e i servizi online, ma anche il nostro modo di relazionarsi ai media tradizionali (dalla tv, alla radio, ai giornali e alle riviste).
Per capire meglio in che direzione stiano andando questi cambiamenti Google ha commissionato uno studio con 1611 partecipanti, condotto nel secondo trimestre del 2012 con una metodologia mista: in parte diario e resoconto delle attività giornaliere, in parte questionari e interviste per capire meglio la relazione e le motivazioni sottostanti le loro attività. Il resoconto in pdf è disponibile online (110KB).
Benché limitato solo al pubblico USA, lo studio è interessante perché identifica alcune tendenze. E’ possibile aspettarsi che quel che accade negli USA rapidamente capiterà anche da noi, ma ciò non è automaticamente vero. Ad esempio, secondo altre fonti pare che in Italia ci sia una propensione maggiore rispetto agli altri Paesi ad acquistare prodotti di news, come si vede nel seguente grafico Nielsen su dati dell’ultimo trimestre 2011:
E’ possibile che il dato si spieghi come un’anomalia (a fine 2011 c‘è stata grande curiosità in merito alla possibile caduta del governo Berlusconi, poi effettivamente sostituito dal governo Monti). In ogni caso non è detto che la dinamica sia sempre la stessa in tutti i Paesi e non risenta di variabili locali.
Questi dati ci aiutano a definire meglio ciò che è importante per gli utenti, come cambiano i comportamenti e dunque come tenerne conto nella definizione di una strategia multidispositivo.
Solo il 10% si divide fra radio, giornali e riviste. Il tempo giornaliero di interazione con i media è di 4,4 ore. Il tempo di utilizzo dei diversi dispositivi è variabile: solo 17 minuti per lo smartphone e 43 minuti per la tv, che ha ancora il ruolo principale. Tuttavia, l’attenzione verso la tv è in calo, per effetto della prossima tendenza…
Ad esempio, usare lo smartphone mentre vediamo la tv o stiamo al computer, ecc. Alcuni intervistati si lamentano del fatto che si trovano spesso, nel mezzo di uno show tv, a cercare qualcosa sullo smartphone, anche senza un particolare motivo, e questo li fa sentire distratti.
Altre volte, invece, quanto visto in tv dà vita a una ricerca specifica, anche di shopping. Ma il 67% degli acquisti iniziati su uno smartphone continua su un computer, che dunque è ancora preferito per portare a termine compiti delicati o complessi.
Lo smartphone, però, elicita maggiormente gli acquisti d’impulso. L’81% degli acquisti su smartphone rientra in questa categoria, rispetto al 58% su desktop. Solo il 19% degli acquisti su smartphone è pianificato.
Lo smartphone è usato anche per raccogliere informazioni al volo, sfruttando i tempi morti (sul bus, in fila, dal medico, ecc.). Sia informazioni generali, sia per possibili futuri acquisti.
Molti dati sul tablet non sono ancora confrontabili con gli altri dispositivi, a causa della minore diffusione di questo strumento. Sia da altri dati, che dal tipo di utilizzo che si fa del tablet, è realistico pensare che questo rimarrà a lungo un dispositivo “di complemento” e da tempo libero, ma proprio per questo la sua diffusione dovrebbe in futuro superare quella degli attuali PC. Gli e-reader saranno una piccola quota dei tablet, secondo queste previsioni. Il traffico internet da tablet è in forte crescita e sta comunque superando quello da smartphone, nonostante la minor diffusione del dispositivo.
Si tratta solo di alcuni dei dati che la ricerca di Google e altre fonti ci offrono, ma sono sufficientemente chiari per poter trarre alcune conclusioni:
In conclusione, i dati più recenti ci dipingono un mondo online sempre più condiviso fra più dispositivi. Questo pone nuove sfide a chi costruisce siti e servizi online (anche alla luce della crescente frammentazione dei display), ma la direzione sembra essere quella di poter unificare le esperienze, in modo che possano continuare da dispositivo a dispositivo. E il potenziale – anche di monetizzazione – di tablet e, soprattutto, di smartphone pare essere in evidente crescita (non parliamo di pubblicità, ma di acquisti di prodotti online, di contenuti, di app e anche e soprattutto in-app). Ma prodotti e servizi che non dovrebbero essere semplici riproposizioni di prodotti editoriali del passato. Piuttosto dovrebbero essere capaci di sfruttare le caratteristiche dei dispositivi e il loro contesto d’uso. Anche sfruttando una delle cose che sui dispositivi mobili si fa di più: giocare. Le strategie di gamification sono in questo senso solo una delle possibilità. Si tratta di un modello ancora tutto da progettare e da scoprire.
Tag: smartphone, tablet
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