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26/09/2008
[di Maurizio Boscarol]
Da dove arriva la maggior parte dei navigatori online? L’analisi della geolocalizzazione fornita dai servizi di statistiche è un buon punto di partenza per farsi un’idea di quali regioni sono più “attive” online. Ogni sito ha pubblici diversi e perciò può essere interessante comparare i risultati di diversi siti.
Qui proponiamo un semplice metodo “fai da te” per questa analisi. Non mancano le sorprese positive e negative. In attesa dei dati di qualche altro sito…
Ovvero: da quali regioni si naviga di più?
Se non disponiamo di statistiche globali per regione, possiamo sempre provare a chiederci da dove arrivano i visitatori sul nostro sito, per farci almeno un’idea parziale. La funzione di geolocalizzazione offerta dai servizi di statistiche è un utile punto di partenza. Shinystat per esempio classifica le visite per regione di appartenenza, offrendo una vista grafica dove le regioni più scure sono quelle da cui proviene il maggior numero di visite. Il risultato di settembre 20081 (fino al 24) per usabile.it è il seguente:
Alcune regioni, come Lombardia e Lazio sembrano dunque molto più “attive” tecnologicamente di altre. Regioni come la Basilicata e il Molise sono il fanalino di coda. Il termine “attività tecnologica” è in questo caso un modo sintetico per riassumere una serie complessa di fattori culturali e tecnologici insieme. Non ha alcuna pretesa, se non quella di evidenziare differenze fra territori.
Ma è corretto prendere questo dato nudo e crudo come indice di una maggior o minor “attività” tecnologica di quelle regioni? No, perché il dato esprime valori assoluti, e non percentuali in relazione alla popolazione. Dunque ai primi posti potrebbero figurare alcune regioni solo perché sono più popolose.
Il numero assoluto dei visitatori deve dunque essere diviso per la popolazione di ciascuna regione. La classifica così riordinata per regione vede qualche sorpresa:
In testa il Lazio e non la Lombardia (che invece è la regione più popolosa), un sorprendente podio per la mia regione (Friuli Venezia Giulia), che fa meglio di Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto-Adige. Le note negative sono purtroppo la netta divisione in due della classifica secondo l’ordine nord-sud. Quasi tutte le regioni meridionali sono infatti agli ultimi posti! Curiosa la mediocre posizione di una regione vivace come la Liguria.
Questa banalissima analisi suggerisce che forse esiste realmente un problema di “divario digitale” interno al paese. I dati europei sulla diffusione della banda larga, di cui ho parlato su Apogeonline, parlano di un’Italia a macchia di leopardo. In particolare, sono dati che distinguono nettamente fra aree urbane e rurali.
Da questi dati l’Italia pare più che altro divisa in due.
Questa analisi è solo esemplificativa, dato che il campione è limitato nel tempo e il mio sito è particolare: si rivolge ad una popolazione non rappresentativa dell’intera popolazione di navigatori. Inoltre è possibile che dalla mia regione arrivino più visite su questo sito perché personalmente sono più conosciuto, e che man mano che si scenda verso il sud meno persone mi conoscano. Tuttavia, internet è un business globale e anche il mio, nel mio piccolo, lo è (lavoro infatti un po’ in tutt’Italia), dunque questi fattori dovrebbero essere bilanciati. Ma non si sa mai.
Perciò, dato che questa analisi è semplicissima, potrebbe essere interessante farla ciascuno per il proprio sito e poi condividere i risultati per un confronto. E’ opportuno solo dare un’indicazione di massima del campione utilizzato (nel mio caso si tratta di quasi 4000 visite dall’Italia), e comunque ragionare almeno a partire da campioni superiori alle 1500-2000 unità. Anche scegliendo periodi più lunghi, se è il caso.
Riassumo per comodità i passaggi da compiere se non fossero chiari. Saltateli pure se sono ovvi:
=B1/C1
=B2/C2
, eccetera)Miglioramenti, suggerimenti, commenti e comparazioni (segnalatemele) sono i benvenuti!
1 Nota: Ho usato il servizio Shinystat, in uso per il monitoraggio dei dati del network pubblicitario di Metafora cui aderisco, perché ad esempio Google Analytics offre la geolocalizzazione per “network location”, cioè per area urbana:
Il quadro che ne esce è se vogliamo più dettagliato e dunque più veritiero, rivelando una frammentazione che privilegia alcune aree urbane rispetto ad altre, ma non ci aiuta a ragionare per regione, mentre invece sono le regioni e in generale gli enti locali che hanno competenza su politiche specifiche di diffusione dell’uso della rete. ↩
Tag: società
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