Il tutto è difficilmente disinnescabile anche perché fotografa di fatto una situazione che conoscono tutti. Solo che la colora di un’aura “immorale”, anche in assenza di reati. Da notare che Tangentopoli era basata su reati. I processi di Berlusconi su ipotesi di reato, spesso poi confermate anche se lui e stato assolto o prescritto, magari per effetto di propri provvedimenti. Ora, l’eventuale collateralismo fra Unipol e Coop con il mondo di sinistra andrebbe valutato nella sua portata, e analizzato con attenzione, ma certo finora non configura reati a carico della politica.
Così Berlusconi tenta l’ultimo gioco di prestigio del suo mandato. Presentare una situazione che e sempre stata nota come un intreccio perverso e inaccettabile anche in assenza di reati, al fine di mobilitare i suoi e screditare gli altri, confondendoli.
A questo si aggiungono regalie e violazioni di regole di fine legislatura. Berlusconi dal suo punto di vista ha ragione a tentare questa strada: sa infatti che o la va o la spacca, e che non ha più senso essere cauti. Con la cautela si perde, a questo punto. Dunque tanto vale mandare all’aria il tavolo.