Dall’oggetto all’interfaccia – mutazioni del design

cover del libroNon è un libro recente, questo di Gui Bonsiepe, ma è uno di quelli fondamentali per chi progetta interfacce. Non riguarda il web, ma l’approccio generale di chi deve costruire un sistema di comunicazione fra un meccanismo informatico e un utente.

A tratti addirittura eccessivamente filosofico (probabilmente un libro sull’usabilità che piacerebbe all’ottimo Bifo), il libro parte da considerazioni che attengono al campo del design industriale, per osservarne le mutazioni fino ad arrivare al design di interfacce, dove rendere disponibili, suggerire azioni possibili è la missione del designer.

“Lo schema è composto di tre ambiti (…). In primo luogo c‘è un utente, o un agente sociale, che vuole effettivamente compiere un’azione. In secondo luogo c‘è un compito, che egli vuole eseguire (…). In terzo luogo c‘è un utensile o un artefatto di cui l’agente ha bisogno per portare effettivamente a termine l’azione. (…) Il collegamento di questi tre campi avviene tramite un’interfaccia. E’ necessario pensare che l’interfaccia non è un oggetto, ma uno spazio in cui si articola l’interazione fra corpo umano, utensile (artefatto, inteso sia come artefatto oggettuale sia come artefatto comunicativo) e scopo dell’azione. L’interfaccia trasforma la semplice esistenza fisica (…) in disponibilità.”

Il libro si presenta come una raccolta di saggi scritti in vari anni dall’autore, e non presenta un discorso unitario tracciato a priori. Proprio per questo, però, affronta temi anche piuttosto lontani, contribuendo ad un discorso di ambiente in una disciplina (il design di interfacce) che ancora non ha ricevuto, a livello di massa, l’attenzione che merita.

Gui Bonsiepe (1934) è docente presso il corso di laurea in design della Fachhochschule Kohln, e ha svolto attività di ricerca e insegnamento presso la prestigiosa scuola di Ulm. Si occupa di interfacce grafiche per software dal 1989.