Webplatform: un luogo unico (e user-generated) di informazione sui nuovi standard web

Stavolta hanno deciso di muoversi assieme. Il W3C, con l’apporto delle principali aziende o fondazioni operanti sul web (Adobe, Apple, Google, Facebook, HP, Microsoft, Mozilla, Nokia e Opera) ha deciso che l’opera di evangelizzazione sui nuovi standard non può essere lasciata alle iniziative dei singoli, e ha lanciato una piattaforma aperta di documentazione sui linguaggi della “piattaforma web”. Nasce così webplatform, un sito che nelle intenzioni dei suoi creatori dovrebbe raccogliere un wiki collaborativo con informazioni, tutorial, esempi e approfondimenti sui nuovi standard del web.

Collaborativo, perché su webplatform chiunque pare sia il benvenuto: ci si può infatti iscrivere e partecipare al wiki, scrivendo o correggendo quello che scrivono gli altri. Il che risponde alla prima obiezione che un’iniziativa del genere fa venire in mente: cioè quella di un controllo delle informazioni troppo centralizzato e poco “meritocratico” o anche solo poco orientato alle esigenze degli utenti. Tra i partecipanti e i redattori iniziali vi sono comunque esperti noti e competenti come Paul Irish, il che dovrebbe garantire già da subito la qualità delle informazioni.

Fino ad ora il W3C non aveva dedicato moltissimo spazio alle reference e ai tutorial online. Sono così sorti una miriade di servizi, alcuni con un vero e proprio modello di business e altri su base volontaristica, che aiutavano chi non intendeva leggersi le complicate specifiche ufficiali W3C. O chi non le trovasse sufficientemente documentate, soprattutto in rapporto a bachi di implementazione e workaround pratici.

Finora eravamo dunque abituati a spulciare siti come webstandards.org, le miriade di webzine sul webdesign, o siti di reference come w3school. Proprio w3school, però, da qualche tempo era stato all’origine di una polemica da parte di alcuni sostenitori degli standard web, che avevano segnalato l’inaffidabilità di molte informazioni presenti su quel sito, nonostante questo continuasse a posizionarsi in cima ai risultati dei motori di ricerca (vedi l’iniziativa di sensibilizzazione w3fools). Non sappiamo se il tentativo di organizzare un luogo di documentazione ufficiale del web avrà fortuna, e se saprà conquistarsi il ruolo di faro illuminante per chi cerchi informazioni sugli standard web. Il sito è all’inizio, e al momento sia le informazioni presenti che la loro organizzazione sembrano meno efficaci di altri siti, ad esempio dell’ottimo, ampio e documentato Caniuse, un sito dimamico e ben organizzato che funge da hub verso altri siti personali, e che al momento è una risorsa preziosa e davvero di facile consultazione. Non è detto però che webplatform non evolva verso un modello simile, o, viceversa, che trovi il modo di diventare qualcosa di complementare e comunque molto utile, magari per approfondimenti.

Certamente però è il segnale che anche dalle parti del W3C si sono accorti che il modo di comunicare utilizzato finora non era sufficiente. Non si può non notare come di fatto questa iniziativa ricordi e segua almeno in parte il metodo usato per lo sviluppo delle specifiche HTML5, portate avanti fuori dal cappello del W3C dal consorzio di produttori di browser riunito sotto la sigla What-WG, e solo successivamente riunite e recepite anche dal gruppo di lavoro W3C. Una maggior collaborazione fra l’ente per la regolazione del web diretto da Tim Berners-Lee e gli operatori del settore è comunque una buona notizia, un buon metodo e una speranza per evitare in futuro i fraintendimenti che si sono avuti nei primi 15 anni (quasi) del movimento degli standard web.

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