La maggior parte delle volte le icone dovrebbero essere ad accompagnate da label testuali che ne spieghino il funzionamento, tanto più in interfacce che non sono pensate per un uso ripetuto, ma occasionale. Ci sono casi in cui questo si può evitare, ma sono casi rari e ragionati, su cui torneremo prossimamente.
Pur essendo una regola/convenzione sperimentata ultracecennale, capita ancora di vedere moltissime icone senza label. Raramente però ho visto addirittura interfacce con icone senza label ma con… un pdf da scaricare con istruzioni che spiegano le icone! Così:
Il testo in rosso non l’ho aggiunto io come potrebbe sembrare: era proprio presente nel PDF!
Avete capito bene: un pdf da scaricare a parte, con il testo in sovraimpressione che spiega – su due righe! – le tre icone, piccole e ravvicinate. Non è difficile immaginare cosa sia successo: il software è stato fatto, arrivano le prime lamentele degli utenti, ma le modifiche sono:
- troppo costose, o
- impossibili perché il contratto è chiuso/scaduto/ci manca il personale/è un prodotto a scatola chiusa/l’informatico si incaponisce sostenendo che va bene così e sono gli utenti che non capiscono.
l’Urp o chi per lui, per evitare di rispondere a decine di mail, prepara un pdf. Con il risultato paradossale di avere un manuale di istruzioni per un’interfaccia lacunosa, che potrebbe essere sistemata con un intervento risibile: si potrebbe cogliere anche l’occasione per separare un po’ di più le icone, sfruttando lo spazio che peraltro esiste.
La vera malattia dell’informatica nella PA
Di casi come questi sono purtroppo pieni i software in uso nelle PA, sia per utenti registrati che per dipendenti (tornerò con qualche aneddoto nei prossimi giorni). Questo esempio è interessante per ciò che ci fa capire della difficoltà a ottenere modifiche banali in enti di questo tipo, per ragioni organizzative, amministrative, procedurali, contrattuali.
Ed è anche la ragione per la quale sorrido (amaramente) quando si parla di usabilità nella PA, o anche – perdonatemi – di un tema che sarebbe serissimo, come la trasformazione digitale. Più mi capita di dare il mio contributo, infatti, più capisco che il problema sta a monte, non dipende dalle redazioni web, ma da come sono gestiti i progetti e dai requisiti presenti in origine nei contratti.
A chi stende il Piano Triennale, per esempio, o a tutti i professionisti (me incluso) che predicano la semplificazione, chiedo una cosa molto semplice: come si fa, secondo voi, a situazione vigente, a risolvere casi come questi nel modo che sarebbe logico, con modifiche rapide dell’interfaccia, senza un aumento della complessità come invece prodotto dalle “pezze” che il pdf cerca di apportare?
La domanda non è retorica. Se qualcuno ha delle idee, sono lieto di sentirle.