Una delle feature più controverse emerse durante la scorsa estate (tarda primavera, in realtà…) è il Reader incluso in Safari 5.
Nelle pagine di destinazione abbastanza lunghe, fa comparire un tastone “reader” nella casella degli indirizzi. Premendolo, il contenuto dell’articolo viene estratto e presentato in una modalità “ad alta leggibilità” su uno sfondo smorzato che ricorda in tutto e per tutto le gallerie lightbox.
Sono applicate diverse migliorie per l’usabilità:
- Colonna unica di testo sufficientemente grande e ridimensionabile
- 85 caratteri circa per linea
- Margini ai lati del testo
- Attenuazione della luminosità dello sfondo per ridurre l’affaticamento
Il testo così ottenuto è stampabile con il nuovo layout.
Per i più intraprendenti il CSS del Reader è modificabile, andando nel package di Safari (nelle Applicazioni) e con il tasto destro scegliendo “Mostra contenuto pacchetto”, aprendo la cartella “Contents/Resources” e il file Reader.html.
La funzionalità è basata su uno strumento open source, Readability un bookmarklet che può essere installato su vari browser e personalizzato.
Piccoli problemi
Ci sono anche alcuni aspetti che non funzionano bene. In particolare, il tentativo che fa il Reader di capire se un articolo è diviso in più pagine (espediente scomodo ma che alcuni siti adottano per aumentare il numero di pagine viste, solitamente collegato ad un modello di business basato sulla pubblicità). Se il reader ritiene che l’articolo sia diviso in più pagine, carica il contenuto di tutte le pagine nella colonna del reader stesso, rendendo lettura e stampa più agevoli. Purtroppo alcune pagine vengono erroneamente considerate parte dello stesso articolo anche se non lo sono. Accade con gli articoli correlati in fondo alla pagina su molti siti. Questo, per esempio (non in tutte le pagine), ma anche in siti come il New York Times!
Il meccanismo è insomma decisamente da migliorare.
E’ giusto prendere il controllo del design della pagina?
Sebbene il Reader sia una miglioria per la lettura di testi lunghi, ha scatenato polemiche circa la potenziale distruttività per i modelli di business legati alla pubblicità. Eliminando il design del sito e gli elementi di contorno, di fatto funziona come ad-blocker. Con una differenza: gli ad-blocker normali evitano il caricamento dei banner, mentre il Reader viene attivato a posteriori, quando la pagina è già caricata, e solo su iniziativa dell’utente. La scelta vale per la singola pagina, e deve essere eventualmente ripetuta su tutte le pagine.
Personalmente ritengo che i browser facciano troppo poco per migliorare l’esperienza utente. Da tempo sostengo che dovrebbero anche fornire strumenti di controllo del contrasto e dei colori per accomodare problemi di accessibilità. Questo è un piccolo passo nella direzione giusta, ma è vero che anche le perplessità sono in qualche modo fondate.
E’ giusto “spogliare” i contenuti del design fornito dall’autore? In realtà è quanto già avviene con i feed RSS (dove tuttavia la pubblicità può anche essere inserita). Ogni redistribuzione del contenuto lo spoglia del contesto. La differenza è che per la prima volta questo avviene – se il lettore lo vuole – anche nel sito originale.
Davvero, dunque, questo strumento è un modo per ridurre le già scarse revenue pubblicitarie del web “in chiaro”, e incoraggiare così sempre più autori ed editori ad adottare i modelli chiusi, basati su Apps, che Apple spinge per i suoi dispositivi mobili? Tutto può essere. Ma al momento è difficile credere che questo Reader avrà un qualche impatto per la maggior parte dei siti. Ma può essere un altro tassello di una tendenza ad un uso più personalizzato del web, aumentandone la frammentazione e la variabilità di resa che fin dagli esordi accompagna questo ambiente.
Per il momento attendiamo miglioramenti al Reader e magari qualche proposta alternativa, anche in tema di accessibilità, che renda le personalizzazioni più facili e convenienti. Fra qualche mese potremo capire di più sulla reale adozione di strumenti del genere: rimarranno opzioni di nicchia per geek o diventeranno uno strumento nelle mani dell’utente medio? C‘è il rischio che la diatriba venga superata da altre, più importanti novità. Ma è pur sempre un’evoluzione da tenere d’occhio.
Al di là di tutte le implicazioni pubblicitarie e dei malfunzionamenti, direi che è un’ottima occasione per dare maggior consapevolezza agli utenti del fatto che hanno il potere di visualizzare i contenuti delle pagine web come meglio credono.
Sono pochissimi quelli a conoscenza anche solo dello zoom, della possibilità di ingrandire i caratteri. Ancora meno quelli che conoscono l’esistenza dei fogli stile utente. Questi ultimi poi richiedono troppe competenze per essere usati dall’utente medio.
E’ vero, infatti vedremo come andrà. E, a proposito questo mi fa venire in mente un’altra cosa… di cui parlerò nei prossimi giorni!.. Ciao, grazie del commento.